Storia della biblioteca:  La biblioteca, che per decreto vescovile del 5 marzo 1984 è intitolata al papa sarzanese Niccolò V, ha avuto inizio colla fondazione del Seminario stesso nella prima metà del ‘6oo, come è indirettamente attestato dalla presenza di libri d’epoca (27 incunaboli, 464 cinquecentine, 704 edizioni del ‘600), testi scolastici e d’autore, spesso ampiamente chiosati.
La biblioteca ha accompagnato, com’è ovvio la vita dell’Istituto, certamente tra i più antichi e importanti della Lunigiana, essendo stata Sarzana il centro della vasta diocesi erede di Luni. Qualche notizia degli inizi della biblioteca ci è giunta dalle biografie dei vescovi lunensi. Sappiamo ad esempio che mons. Ambrogio Spinola, vescovo di Sarzana dal 1710 al 1725, “ampliò il Seminario e vi fece rifiorire il buon ordine degli studi e vi fece dono della sua biblioteca per comodo de’ studenti e de’ maestri”. Così il suo successore e nipote Giovan Girolamo della Torre (1725-1757) “fu protettore de’ studiosi e promotore delle scienze ecclesiastiche, avendo donato la sua biblioteca a benefizio del suo Seminario”.
Entrambi questi vescovi vollero che la biblioteca fosse a disposizione non solo degli alunni, ma anche del pubblico di Sarzana. Pur trattandosi inizialmente della modesta biblioteca di una scuola ecclesiastica, è significativa per quel tempo una disponibilità e apertura propria dei nostri giorni.
Un apporto considerevole per numero e pregio (“oltre 2.000 volumi di buone e scelte opere”) venne alla biblioteca nel 1853 dal lascito del vescovo Francesco Agnini (1837-1853), come apprendiamo dal suo testamento. Recentemente il fondo Agnini, oggetto di una tesi di laurea in biblioteconomia, è stato individuato e ricomposto sulla traccia tenue ma sufficiente del timbro ex libris, “Agnini Lun. Sarz. Brugn. Episcopus”, apposto all’epoca su ogni volume. Con questo apporto la consistenza della biblioteca fu raddoppiata, come apprendiamo dalla visita pastorale del vescovo Giuseppe Rosati, che nel 1868 parla di un totale di 4.000 volumi. I volumi erano saliti a 9.000 all’inizio della seconda guerra mondiale quando mons. Siro Silvestri, vescovo della nostra diocesi dal 1975 al 1989 e allora neo bibliotecario, iniziò la schedatura sistematica del fondo. La guerra passò con le sue rovine su Sarzana e sul Seminario, ma la biblioteca e gli archivi della Curia furono fortunatamente indenni. Nel dopoguerra, favorito da appelli sul periodico “La voce del Seminario” ebbe inizio un movimento di interesse e simpatia verso la biblioteca da parte di sacerdoti e laici che in vita o per testamento affidarono i loro libri al Seminario: si tratta di lasciti quasi sempre interessanti e diversificati, perché specchio di interessi e scelte personali. Dai vari apporti risulta particolarmente arricchito il fondo di opere di storia locale, pubblicazioni spesso rare e talora pregiate, assai richieste per le moderne ricerche.
Il 1959 segna una data importante per la nostra biblioteca. Essendo rettore mons. Dino Ricchetti, furono trasferiti in Seminario e uniti alla biblioteca gli archivi della Curia Vescovile di Luni-Sarzana e del Capitolo Lunense. Nell’occasione col contributo dello stato si sostituì la scaffalatura lignea fatiscente con moderni scaffali in ferro forniti dalla ditta Parma di Saronno e si allestì la sala di lettura.
Con la collaborazione di alcuni dei seminaristi del tempo il nuovo bibliotecario, d. Enzo Freggia, iniziò il riordino della collocazione dei volumi e la sostituzione del vecchio catalogo con nuove schede. Nel 1961 morì alla Spezia mons. Antonio Mori lasciando per testamento i suoi libri alla biblioteca del nuovo Seminario che si doveva costruire alla Spezia: gli esecutori testamentari dopo qualche tempo pensarono di trasferire temporaneamente parte di quei volumi a Sarzana. Tale fondo è facilmente individuabile dall’apposita scheda e dalla timbratura dei volumi. Nuove importanti donazioni hanno arricchito la biblioteca di volume e collane di pregio.

 

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